Ricotta affumicata, pizzata,
salcicce arrostite, zeppole e naturalmente il rinomatissimo stocco. Assimilare Mammola
alla sua cucina è una tentazione cui è difficile resistere, tante sono le
prelibatezze da gustare. Ma fermarsi a questo gustoso aspetto sarebbe davvero
riduttivo. Mammola, è un centro d'arte e
turistico tra i più apprezzati della zona. Siamo sul versante Jonico della Calabria,
tra l'Aspromonte e le Serre, al centro tra il mare e la montagna. Un tempo qui
c'erano le rovine di Malea, la colonia locrese ricordata da Tucidide. Poi
nacque la cittadina medievale di Mammola. Dapprima rifugio dei monaci
bizantini, divenne presto un centro fiorente di attività come la lavorazione
della seta, lo sviluppo di aranceti e uliveti e l'artigianato. Qui sono stati
persino costruiti i primi mulini ad acqua secondo le tecniche più avanzate.
Della secolare presenza dei
monaci restano ancora alcune testimonianze, come l'Abbazia di San Biagio e la
Grancia di Santa Barbara dove ha sede il Museo di Arte Moderna che ogni anno
richiama centinaia di artisti di ogni parte del mondo per partecipare a mostre
e ad altre iniziative culturali. A fondarlo è stato il famoso pittore Nik
Spatari, allievo di Le Corbusier. Nel Parco del Museo si possono ammirare
numerose sculture di artisti famosi tra cui un vero capolavoro dello stesso
Spatari: "Il Sogno di Giacobbe" un gigantesco dipinto tridimensionale
di 240 metri quadrati.
Il paese, conserva ancora
intatto il fascino di un piccolo centro del Medioevo. Con le sue viuzze da
Casbah, le piazzette pittoresche, i portali in granito, le casette ricadenti le
une sulle altre e i superbi Palazzi risalenti all'epoca feudale delle "jus
primae noctis". Particolare menzione merita anche il Santuario di San Nicodemo,
Patrono della cittadina, vissuto nel X secolo, fondatore dell'omonimo Monastero
sul monte Kellerano (Cellerano), a tre chilometri dal Passo della Limina. Il Santuario
ricade nel Parco Nazionale dell'Aspromonte ed è punto di riferimento storico,
religioso e spirituale, per moltissime persone, essendo considerato tra i più
importanti Santi della Calabria.
Ma come anticipato, il fiore
all'occhiello di Mammola è la gastronomia locale. Ne è simbolo il famoso
Stocco, una vera leccornia, venerato a tal punto dalla popolazione locale da
decidere di dedicargli una festa, il 9 agosto di ogni anno: la tradizionale
"Sagra dello stocco" . Tra gli altri prodotti locali
segnaliamo la pizzata, un pane di colore rossastro fatto con la farina di mais
e cotto su un letto di foglie di castagno nei forni a legna. C'è poi la
ricercatissima ricotta affumicata, che i pastori inventarono per conservare più
a lungo quella fresca. Ci sono i salumi: capicolli, salsicce, soppressate,
tutti ricavati dalle carni di maiali allevati in maniera tradizionale e
insaporiti con peperoncino piccante e finocchietto selvatico.
Da assaggiare
anche la pasta fatta con un misto di farina di grano duro e farina di segale e
poi arrotolata da sapienti mani con l'aiuto del juncu (canniccio vegetale di
palude). Una vera ghiottoneria sono le melanzane ripiene alla mammolese, l'olio
d'oliva ricavato dalla spremitura di olive della cultivar Geracitana prodotte
nei diffusi uliveti collinari a coltivazione prevalentemente biologica. E
ancora i prodotti di montagna come noci e castagne, e quelli del sottobosco:
funghi, asparagi, fragole, mirtilli, lamponi, da raccogliere durante le
passeggiate o i trekking nel vasto bosco mammolese.
Per assaggiare le specialità
locali, condite da quel che la tradizione locale sa ancora offrire,
ecco un
appuntamento da mettere in agenda. Si tratta della "Festa delle
Capanne" in programma il 17 e 18 dicembre. Protagonisti saranno i
prodotti
tipici natalizi come le zeppole, ma non mancherà il meglio della
gastronomia
locale: pizzate, salsicce e fagioli annaffiati da vino fragolino. Per
un primo approccio al gusto dello stocco mammolese si consiglia di
fermarsi al civico 26 di Via Mulino al Ristorante Il Mulino Di Nizzardo, oppure, qualche metro piu avanti (via Mulino 60) al Ristorante La Viola.
Tra le vette delle Serre è ancora viva l'usanza di preparare gustose pagnotte con l'ottima farina di granturco locale dall'aroma e dal gusto irresistibili